lundi 23 novembre 2015

PETIZIONI IN LINEA

Petizioni in linea: quale piattaforma scegliere?


Il problema

Dopo una iniziale campagna con change.org in cui vi era un'assoluta congruità tra dichiarazioni di voto e conteggio dei sostenitori della petizione, le seguenti due campagne hanno mostrato un'assoluta incongruità tra dichiarazioni di sostegno e conteggio dei sostenitori. Alla seconda campagna abbiamo chiesto spiegazioni a change.org. Esse sono arrivate in ritardo e le risposte fornite non risposndevano alle domande sollevate. Nella terza campagna abbiamo verificato che change.org non forniva il riscontro di sostegno alla campagna via mail, ma solo ad alcuni. Si è pensato che vi fosse una procedura da seguire per avere la certezza di ricevere la registrazione di voto, ma tale procedura non è stata trovata. L'esperienza impone che change.org non ha una procedura stabile che permetta di registrare tutti quelli che danno sostegno alla campagna, ma solo quelli che in modo aleatorio indovinano la procedura per ricevere la mail. Detto in altro modo, ci sono persone che entrano in change-org, fanno vari click di adesione, ma essi non vengono registrati come sotenitori. L'interfaccia in inglese, invece che italiano, aumenta la probabilità di confusione per il sostenitore della campagna. L'esperienza diretta trova conferma in "Fare Petizioni" scritto da  Valerio Quatrano, il quale dice che change.org non ha "un sistema di statistiche interno per valutare l’andamento della campagna". In pratica il conteggio dei sostenitori non è assicurato da change.org. 





E' possibile risolvere il problema rimanendo in change.org?

Questo punto è da verificare. Bisognerebbe mettere un conteggio di click "positivi" tipo "like" al di fuori di change.org. In ogni caso change.org ha una "presenza dei bottoni sociali per condividere la pagina sui Social Network", ed inoltre ha la "possibilità di incorporare la petizione nel proprio sito web", ma non ha alcuna "possibilità per i sostenitori di creare delle pagine web per raccogliere firme in prima persona". In pratica se i click entrassero da FB  o dal blog verso change.org, allora si potrebbe fare il conteggio. Ipotesi tutta da verificare. 

E se usassimo Avaaz

Anche questa ipotesi è da verificare. Avaaz ha statistiche interne, permette la condivisione in FB e Twitter, ma non permette la condivisione sul proprio blog. Le statistiche interne "sembrano" una soluzione, ma su avaaz corrono voci di manipolazione delle campagne per scopi occulti dei proprietari di Avaaz. Sembra che l'unico vantaggio su change.org sia il fatto che l'interfaccia è in italiano. 

E se usassimo "Go Petition"?

Go Petition è senz'altro la piattaforma più potente per lanciare petizioni ed avere certezza dei risultati. Infatti bisogna "attivamente" sostenere la campagna. Non basta un semplice click, ma bisogna passare tutta una serie di informazioni. Il problema principale che l'interfaccia è in inglese. Quindi il sostenitore dovrebbe avere un vocabolario d'inglese superiore alla media italiana.  La strada non è percorribile per petizioni generali, ma solo specifiche e settoriali.

E se usassimo "buonacausa.org" ?

Buonacausa.org sembra la miglior soluzione, perchè offre gli stessi servizi di change.org, ma in più permette la "possibilità per i sostenitori di creare delle pagine web per raccogliere firme in prima persona". Inoltre buonacausa.org ha l'interfaccia in italiano. Sembra quindi la soluzione migliore. Da verificare chi c'è dietro questa organizzazione. 

How to be effective with your petition drive


Targets: Make sure to have links to the websites, blogs or profiles connected to the issue you are petitioning for or against.

Presence: Don’t leave your petition waiting to be noticed! Your petition should be unavoidable to be effective. Use social media outlets to their greatest potential. Create a Facebook Page or Group for the petition with links, information and space for people to share their personal stories. Personalization gets more attention than a form letter.

Social bookmarking: Consider e-mail to be the digital age equivalent to being hassled by petitioners with clipboards on street corners. Indiscriminate e-mail blasts are considered spam. Instead, spread the word on Twitter, Facebook and your blogs! Interlink as much as possible to spread the word. You can link the petition site back to Facebook and your blog to give it more heft.

Pros and cons to online petitions


Pros: The major upside is this: Here’s an easy way to get the word out about your cause and perhaps make a difference. Online petitions are particularly useful if you are mobilizing opinion on behalf of a cause while on a deadline. Demonstrating strong public opinion in mass quantities is especially useful if you’re racing the clock to a major vote or decision.

Cons: A few drawbacks come with petitioning online. First, there’s the “good deed syndrome,” sometimes called slacktivism: the notion that by filling out an online petition, a user considers that an “accomplishment” rather than becoming educated and involved. A second drawback is the “click and send effect” among petition gatherers: the notion that quantity beats quality. While the number of signatures is important, the quality of the petition and the input of the people signing it — eg., people taking time to write a message — proves more persuasive than raw numbers.

Last, consider your social capital. Author Clay Shirky writes about social capital in his books “Here Comes Everybody” and “Cognitive Surplus.” Social capital is what we gain from interacting within our community. The “I-do-for-you-and-you-do-for-me” ideology presents a social contract between individuals, and petitions play an important role in our civic space.

Risorse: links


http://www.informarexresistere.fr/2012/10/25/cose-avaaz-e-cosa-ce-sotto/

https://drive.google.com/file/d/0B0-pvZxxBB9IVEFpQzBzOVdxUDA/view?usp=sharing

http://www.socialbrite.org/2010/07/20/9-online-petition-tools-how-to-make-a-difference/

http://www.wallaceresources.us/PetitionSites.html


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